sabato 3 aprile 2021

CONFCOMMERCIO: «GUERRA TRA POVERI, SI TEMONO AZIONI ECLATANTI DALLE IMPRESE»

«Lasciateci lavorare, siamo arrivati al limite, ne va ormai della nostra sopravvivenza». È il grido d'allarme che la Confcommercio della Riviera del Brenta lancia alla politica e alle istituzioni: «Vaccini e ristori aiutano, ma non bastano, dobbiamo riaprire prima possibile, convivendo col virus nel rispetto di tutte le misure di sicurezza». L'appello del coordinatore Alessandro Biasiolo riferisce delle telefonate ricevute ogni giorno da commercianti e operatori del turismo, che non sopportano più le diversità di trattamento tra categorie economiche e tra l'Italia e gli altri Paesi: «Girando per le città - spiega Biasiolo - la percezione sempre più diffusa è che, nonostante la zona rossa, le persone si spostino ormai senza veri motivi di urgenza, lavoro o salute, complici gli scarsi controlli. Le persone sono stanche, le imprese ancor di più, non c’è una chiarezza di prospettiva che giustifichi il sacrificio dell’isolamento in casa, come fu la primavera scorsa».
Ciò che fa inferocire l'associazione è la disparità di trattamento che rileva nell'ultimo mese, dopo il decreto Draghi del 2 marzo, il quale - secondo Confcommercio - fa proliferare la concorrenza sleale "legalizzata" nei settori della ristorazione, della moda, degli alberghi (nei confronti dell'estero), degli agenti di commercio e degli ambulanti. «E il decreto Aprile - continua il coordinatore dei commercianti rivieraschi - prevede l'assenza di zone gialle fino alla fine del mese. Riaprono negozi e mercati, ma i bar e i ristoranti restano chiusi fino al 1° maggio, trattando ancora una volta allo stesso modo chi (a parità di protezioni e disinfezioni) serve alimenti e bevande in piedi in spazi contenuti, e chi invece offre diverse garanzie di sicurezza con il solo servizio ai tavoli e adeguate distanze».
Biasiolo teme proteste eclatanti delle imprese esasperate: «Sarebbero manifestazioni dagli esiti imprevedibili, che le associazioni di categoria rischiano di non poter più governare come, invece, è stato fatto seppur con fatica fino ad ora». Di fronte alla sordità della politica nazionale, Confcommercio fa appello alle istituzioni locali, ai Comuni della Riviera (metà dei quali andranno ad elezioni il prossimo autunno) affinché compiano ogni sforzo per abbassare o sospendere la tassazione locale che grava sulle imprese: «I seppur apprezzabili bandi comunali, con modesti contributi a fondo perduto - conclude Alessandro Biasiolo - rischiano di essere poco efficaci, rispetto all’impiego di ogni risorsa possibile per la riduzione delle tasse sui rifiuti, dell’occupazione di suolo pubblico e della pubblicità, tanto più per quelle imprese che sono state costrette a chiudere secondo decreto. Infine, anche una sospensione del pagamento dei parcheggi a strisce blu per i clienti sarebbe un bel segnale, e aiuterebbe il sofferente commercio rivierasco a tentare di rialzare la testa».