venerdì 10 aprile 2020

CONFCOMMERCIO: «RIAPRIRE PRIMA POSSIBILE, GARANTENDO LIQUIDITÀ ALLE IMPRESE»

«Speriamo di tornare a lavorare da maggio, gradualmente, ma non oltre. Altrimenti dopo l’emergenza sanitaria, ci troveremo a contare i morti dell’emergenza socio-economica». Non usa giri di parole il coordinatore della Confcommercio della Riviera del Brenta, Alessandro Biasiolo, commentando i dati di una crisi della quale non si vede fine: «Riaprire prima possibile -nel rispetto della salute- fornendo da subito liquidità alle imprese, sono le due richieste che i soci (più di 400 quelli della rinata Associazione) ripetono ogni giorno, pur nella consapevolezza che niente sarà più come prima. A parte il commercio di genere alimentari e di alcuni prodotti di prima necessità, gli altri comparti economici vivono una situazione drammatica. Non bastano certamente le consegne a domicilio ad alleviare le sofferenze».
Lo Stato – prosegue l’avvocato Biasiolo - ha «giustamente messo al primo posto la tutela della salute pubblica, con una compressione delle libertà individuali che non ha precedenti nella storia recente. Ma dal 12 marzo sono chiuse molte attività, i prestiti con garanzia statale devono pur sempre essere restituiti, mentre nonostante gli incassi azzerati le spese continuano a correre come le tasse, pur in parte posticipate. L’esempio del credito d’imposta del 60% sulle locazioni commerciali parla da solo».
Gli aiuti economici finora programmati, come l’indennità dei 600 euro e la cassa integrazione anche per le imprese con meno di 5 lavoratori, seppur anche questa con risorse limitate, secondo Confcommercio «vanno nella giusta direzione, ma non bastano. Agli imprenditori serve una speranza, un obiettivo temporale rispetto al quale possano tentare di rialzarsi e riorganizzarsi. Possiamo e vogliamo farcela, è nel nostro DNA farlo, ma lo Stato deve aiutarci evitando innanzitutto l’incertezza dei tempi e le lunghezze burocratiche». È di questa mattina la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto liquidità: «Occorre sbrigarsi ad attuarlo - continua Biasiolo - con procedure snelle e rapide, perché ogni giorno perso è un colpo mortale inferto alla tenuta delle imprese e di tutto il tessuto socioeconomico ad esse collegato».
Un altro aspetto rilevante è quello della ripartenza: «Facile prevedere che niente sarà più come prima. Le misure di contenimento, seppur gradualmente allentate, proseguiranno nel medio termine e cambieranno i nostri stili di vita. Distanze e dispositivi di protezione ci accompagneranno ancora per mesi. Ecco allora che i clienti torneranno a riscoprire, come sta avvenendo gioco forza in queste settimane, il valore del commercio di vicinato. I centri commerciali creano assembramenti, mentre Amazon è privo di relazione umana: ci sarà una terza via, la più antica, quella del rinato casoin.
Da questo punto di vista crediamo, come detto dall’assessore regionale Marcato, che anche i Distretti del Commercio, costituiti e costituendi (come quello al quale stiamo lavorando tra i Comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara, Pianiga e Vigonovo), possano e debbano fare la loro parte. Ma serve uno sforzo dei Comuni -già in prima linea con l'organizzazione spesa alimentare, il sostegno ai più poveri, la distribuzione delle mascherine e i controlli di sicurezza- per sospendere anche per le imprese le tasse locali di rifiuti, suolo pubblico, pubblicità e IMU. Lo abbiamo chiesto per iscritto e lo ribadiamo».
Infine, per quanto riguarda il turismo, che in questi giorni sembra riscoprire in Riviera la sua anima antica, ovvero di turismo slow per piccoli gruppi, tra ville, fiumi, bellezze culturali ed eccellenze gastronomiche, «anche per questo - conclude Alessandro Biasiolo - dovremo prevedere come cambierà, per non farci trovare impreparati alla ripartenza. Perché è evidente che le imbarcazioni piene di turisti sul Brenta o gli affollati buffet nelle ville dovranno essere rivisti in termini di sicurezza, di capienza e di costi. In una prima fase dovremo puntare sulla domanda interna, nella speranza che gli italiani abbiano ancora ferie e liquidità, e che le scuole non riprendano in anticipo, lasciandoci almeno i primi 10 giorni di settembre per lavorare».

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