venerdì 29 maggio 2020

CONFCOMMERCIO: TURISMO E TASSAZIONE RIDOTTA PER FAR RIPARTIRE LA RIVIERA

La Confcommercio della Riviera del Brenta appoggia pienamente l'appello che la Federazione degli Amici della Bicicletta ha rivolto ai Comuni per il completamento delle piste ciclabili e la creazione di nuovi itinerari slow per gli amanti delle due ruote. Lo scrive in una nota il coordinatore Alessandro Biasiolo, augurandosi che «anche il bonus biciclette non si risolva di fatto in un click-day come quello sui dispositivi di protezione individuale, che aveva esaurito le risorse in pochi secondi. Guardiamo avanti e, anche grazie alla riapertura di numerose ville private, vogliamo riparlare di turismo in seno all'OGD, rinviando al futuro remoto sia la discussione che la tassa di soggiorno. Occorre invece ragionare da subito quanto alle condizioni per rendere la Riviera più vivibile (ciclabili, sfalcio delle rive, trasporti da e per Venezia) per tutti, residenti e turisti, non limitandoci alla sola promozione».
La ripresa dell’economia turistica passa anche per il nodo della tassazione: «In base al principio "chi inquina paga" - continua Biasiolo - se un esercizio è stato chiuso d’autorità, i relativi locali non hanno prodotto né conferito rifiuti. Per questo nei giorni scorsi abbiamo scritto a tutti i Comuni, affinché applichino quanto deliberato dall’Autorità Governativa di Regolazione delle Reti, Energia ed Ambiente, che ha accolto il citato principio. E pertanto intervengano abbassando, almeno, la componente variabile della TARI per le utenze non domestiche, sulla base dei nuovi coefficienti corretti con la componente dei giorni di chiusura, imposta o volontaria, riconoscendo a tutte le imprese riduzioni commisurate alla diminuita quantità di rifiuti conferiti».
Infine - conclude il coordinatore della Confcommercio rivierasca – occorre garantire tranquillità alle imprese e ai loro dipendenti: «In questi giorni sono giunte precisazioni importanti dall’INAIL, che ha finalmente chiarito come non si possa considerare a priori l’ambiente di lavoro quale causa dell’infezione di un lavoratore. Ma soprattutto che la responsabilità del datore di lavoro nei confronti dei dipendenti non sussiste, qualora siano state adottate e rispettate le prescrizioni previste dai protocolli e linee guida. Lo conferma un’apposita norma ad hoc, inserita dalla Camera nella legge di conversione del decreto liquidità. Ecco quindi che la stesura di piani di sicurezza chiari e attuabili, realizzati col supporto degli Enti Bilaterali, è la soluzione che offriamo alle imprese e ai professionisti per lavorare in sicurezza».

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