venerdì 26 giugno 2020

STOP A VENETO CITY, ESULTANO AMBIENTALISTI E CONFCOMMERCIO

La cancellazione del progetto Veneto City fa esultare assieme i movimenti ambientalisti e la Confcommercio della Riviera del Brenta. Per il comitato Opzione Zero, il progetto «era un pezzo di un disegno più ampio che avrebbe sfigurato il territorio. È stata sconfitta la pianificazione basata sulla speculazione, figlia dell’ era Galan-Chisso e proseguita da Zaia. La decisione dell’amministrazione comunale di Dolo è positiva, ma poteva e doveva essere assunta prima». La battaglia del comitato prosegue con il no all'inceneritore di Fusina: «Vogliamo la riconversione ecologica dei territori. E a Roncoduro chiediamo sia piantato un grande bosco di pianura».
Anche l'associazione di categoria dei commercianti plaude alla decisione della giunta Polo: «Siamo sempre stati netti e decisi nel giudizio negativo riguardo al progetto - scrive in una nota la Confcommercio rivierasca - perché mancava di ogni coerenza con la vocazione del territorio, delle sue prospettive economiche e urbanistiche, dell'ambiente e della stessa mobilità e logistica». Il continuo ridimensionamento ha sminuito Veneto City in una prospettiva minima «ma non meno pericolosa» nelle parole dell'associazione, di un villaggio artificiale di capannoni in cerca di mercato.
«Va dato atto - aggiunge il referente Alessandro Biasiolo - che l’attuale amministrazione comunale di Dolo aveva sin dal suo insediamento ribadito che quell’intervento era non solo anacronistico, ma del tutto incoerente. Ora però bisogna cogliere questo nuovo inizio, per rivedere in maniera oculata il profilo e la vocazione di quel territorio, tenuto conto del nuovo contesto economico, rivedendo gli strumenti urbanistici a cominciare dalla parte del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento.
In questa direzione va giustamente anche la richiesta di personalità giuridica avanzata nei giorni scorsi dalla Conferenza dei Sindaci alla Regione. Noi a gennaio avevamo ipotizzato l'applicazione della legge 16/1993 (ideata per il Veneto Orientale) anche alla Riviera, per essere riconosciuta come zona omogenea di ambito territoriale strategico. Al di là dello strumento tecnico-giuridico, quello che conta è l'obiettivo finale, ovvero dare nuovi strumenti e risorse alla Riviera per contare di più e fare ciò che è rimasto irrealizzato da decenni, come lo scavo del naviglio. Obiettivo verso il quale mi sembra stiamo finalmente convergendo tutti, istituzioni e associazioni."

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