martedì 27 ottobre 2020

CONFCOMMERCIO: «RISPETTARE LE REGOLE NON BASTA, COSÌ SI UCCIDONO LE CATEGORIE»

La Confcommercio della Riviera del Brenta rigetta le restrizioni imposte dall'ultimo decreto governativo del 24 ottobre. «È in discussione un intero comparto economico - sostiene il coordinatore Alessandro Biasiolo, amareggiato - con migliaia di imprese a rischio di sopravvivenza, nonostante i forti investimenti nella sicurezza, l’osservanza degli adempimenti previsti dalle linee guida e dai protocolli di settore, la caparbietà e l’impegno nell’andare avanti. Il senso di responsabilità e il rispetto delle regole dimostrati evidentemente non bastano».
In queste ore spiegano che bar e ristoranti vengono chiusi non perché poco sicuri, ma perché forti attrattori di persone: «Si deve uscire di casa solo per evidenti necessità, mentre andare al bar o al ristorante non lo sarebbe», continua ironicamente la nota dei negozianti. «Dobbiamo fare tutti la nostra parte, ma continuiamo a vedere ogni giorno persone stipate come sardine negli autobus, o nei grandi centri commerciali aperti anche il fine settimana: è amaro constatare che non siamo tutti uguali, anzi bar e ristoranti sono "figli di un dio minore". E quindi possono tranquillamente chiudere, poco importa se riapriranno. Evidenti i due pesi e le due misure».
A parziale riparazione, i preannunciati indennizzi: «Ci auguriamo siano immediati come i provvedimenti restrittivi - prosegue Biasiolo - annunciati il sabato e applicati il lunedì, e che non si risolvano in un contributo minimo, come in primavera (solo il 20% del mancato incasso del 2020 rispetto allo stesso periodo relativo al 2019), ma siano invece effettivamente proporzionati alle perdite di questa ennesima chiusura forzata. Altrimenti, per la somministrazione (260mila imprese, un milione di addetti, fatturato di 40 miliardi senza contare l’indotto) già in crisi, passata la pandemia le serrande rimarranno abbassate: forse salvi dal Covid-19 ma defunti dal punto di vista imprenditoriale».

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